Parliamo di sicurezza alimentare
Nonostante negli ultimi 20 anni gli sforzi dei legislatori, degli organismi di controllo, delle imprese alimentari e della distribuzione siano stati notevoli, il mercato globale rende necessario continuare a presidiare con grande attenzione il tema della food safety.
Numerose ricerche dimostrano che in tutta Europa, Italia compresa, la sicurezza alimentare rappresenta una delle preoccupazioni maggiori per i consumatori.
A questo risultato ha certamente contribuito la risonanza mediatica degli allarmi sanitari esplosi negli ultimi dieci anni - la diossina, la BSE e l'influenza aviaria, solo per citare i più clamorosi - che hanno attivato una domanda crescente di regole e di informazione.
L'Unione Europea ha adottato da tempo una strategia globale di intervento sulla sicurezza alimentare, sia per garantire i consumatori sia per salvaguardare il settore agroalimentare da crisi ricorrenti. .
Tale approccio strategico si definisce "sicurezza dai campi alla tavola”: in questa formula è racchiuso lo spirito dell’intervento normativo e di controllo degli ultimi anni, cioè affrontare la sfida di garantire cibi sani e sicuri lungo tutta la filiera produttiva, predisponendo un controllo integrato di tutti i passaggi, appunto dal campo alla tavola.
Un passo importante di questa strategia è stata la costituzione dell' EFSA, (European Food Safety Authority), ovvero l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare che, dal 2004, ha sede a Parma.
L'Autorità ha il compito di monitorare l'effettivo rispetto dei regolamenti in tutti i paesi dell'Unione, e fornisce consulenza scientifica indipendente nonché una comunicazione chiara sui rischi esistenti ed emergenti; l'utilizzo del web, la programmazione di incontri e conferenze sui temi di più stretta attualità, la pubblicazione di lavori e progetti sono i mezzi principali di cui l'EFSA si serve per fornire un’informazione chiara e competente.
La certificazione è uno strumento molto efficace per le imprese che operano nel settore agroalimentare.
Con l'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points, analisi del pericolo e punti critici di controllo) dal 1993 in Europa e dal 1997 in Italia viene introdotto l'obbligo dell'autocontrollo aziendale.
Divengono inoltre fondamentali in questo contesto i regolamenti sulla rintracciabilità del prodotto alimentare e la sua etichettatura.
La rintracciabilità, definita dal regolamento CE 178/2002, ha lo scopo di far sì che tutto quello che entra nella catena alimentare (alimento, mangime, animale destinato alla produzione alimentare o sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime) conservi "traccia" della propria storia.
Alla cogenza di alcune certificazioni si unisce, come strumento di salvaguardia dei consumatori, la certificazione volontaria che ha la funzione di conservare la qualità e la sicurezza degli alimenti lungo l'intera filiera, da un lato, attraverso procedure operative che tutelino la salubrità dei cibi e dall'altro, tramite sistemi di monitoraggio che verifichino la corretta esecuzione delle operazioni.
Sono numerose le possibilità di garantire l'efficienza dei processi di produzione lungo tutta la catena agroalimentare e attestare la sicurezza degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole: BRC, IFS, SQF 2000, FSSC 22000, DUTCH HACCP, GLOBALGAP sono tutte certificazioni approvate dalla GFSI (Global Food Safety Initiative.
Questi standard si pongono l’obiettivo della tutela e della salvaguardia del prodotto, e la finalità di produrre “sicurezza alimentare”.
I controlli vengono eseguiti da enti terzi indipendenti accreditati e riconosciuti.
Per quanto riguarda la normativa europea, le prime valutazioni sul tema risalgono all’anno 1997 con il “Libro verde della Commissione sui principi generali della legislazione in materia alimentare dell’Unione Europea” e hanno trovato la formulazione condivisa nel “Libro Bianco sulla sicurezza alimentare” del 2000.
Tali documenti hanno ispirato l’impianto normativo comunitario in materia di sicurezza alimentare a partire dal Regolamento (CE) n. 178/2002 ("General Food Law"), che introduce il principio fondamentale di un approccio integrato di filiera ed evolve fino all’entrata in vigore del cosiddetto "Pacchetto Igiene" il 1° gennaio 2006 con cui cambiano definitivamente le regole comunitarie sull'igiene e il controllo ufficiale degli alimenti.