Internet delle cose, tutto cambia con il Regolamento Europeo
Il GDPR impatta sul tema IoT perlomeno sotto due profili: l’analisi dei rischi e la valutazione di impatto. L’IoT risentirà moltissimo delle novità normative in quanto oggi non è più possibile parlare di IoT ma solo IoT sicuro, non è possibile parlare di cloud, ma solo di cloud sicuro e non è possibile parlare di mobile ma solo di mobile sicuro
L’internet of things è una realtà inarrestabile e milioni sono ormai gli oggetti interconnessi. Ognuno di noi quotidianamente, consapevolmente o meno, utilizza apparecchiature collegate alla rete.
Se da un lato l’IoT rappresenta una occasione imperdibile di avanzamento tecnologico e della qualità della vita delle persone dall’altro il tema della sicurezza degli oggetti in sé e dei dati personali che tramite le apparecchiature possono essere raccolti e/o trattati rappresentano argomento di grandissima attualità anche alla luce delle nuove previsioni di legge che diventeranno applicabili il 25 maggio 2018 sulla base del Regolamento Europeo n° 679/2016 (GDPR).
Il GDPR, infatti, contiene una serie di prescrizioni che chi affronta il tema dell’IoT non può non considerare in quanto viene previsto che il trattamento dei dati personali venga posto in essere dalle pubbliche amministrazioni e dalle aziende sulla base di principi che non si risolvono in una mera check list di adempimenti quanto invece in un sistema di gestione dei dati personali che inizia ben prima della loro raccolta ed in particolare quando l’oggetto o il servizio che permette il trattamento dei dati viene progettato.
Il GDPR prevede che, tenuto conto della tecnologia disponibile e dei costi di attuazione, nonché della natura, dell'oggetto, del contesto e delle finalità del trattamento, come anche della probabilità e della gravità del rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche costituite dal trattamento, il titolare del trattamento mette in atto misure tecniche e organizzative adeguate all'attività di trattamento in corso e ai suoi obiettivi, quali la minimizzazione e la pseudonimizzazione dei dati.
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Fonte: Agendadigitale.eu