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    La G.E.N.I. S.r.l. è una società con sede a Palermo formata da professionisti, qualificati dal CEPAS, FITA CONFINDUSTRIA, ANGQ, BSI, EARA, RiNA Industry, AICQ.
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Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria

Garantire una buona qualità dell’aria degli ambienti di lavoro chiusi è importante per la salute dei lavoratori ed ha implicazioni di carattere sia sociale che economico. I contaminanti aerodispersi presenti negli ambienti di lavoro chiusi (ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.) sono stati da tempo associati sia ad insorgenza di sintomatologia acuta aspecifica nota con il termine di Sick Building Syndrome (caratterizzata da insorgenza di mal di testa e astenia, sintomi irritativi a carico delle vie respiratorie, degli occhi, della cute che si risolvono con l’allontanamento dall’edificio) sia a patologie note con il termine Building Related Illness correlate all’aver frequentato un determinato edificio, che non si risolvono con il semplice allontanamento dall’ambiente di lavoro, rappresentate ad esempio da legionellosi, aspergillosi, asma bronchiale e alveolite allergica.

 

Numerosi studi hanno evidenziato che la contaminazione microbiologica e chimica dell’aria negli ambienti chiusi è spesso imputabile a scarse condizioni igieniche, al sovraffollamento dei locali e a errori di progettazione e/o installazione degli impianti di trattamento dell’aria (impianti aeraulici), che non consentono una idonea pulizia e manutenzione degli stessi. In questi casi gli impianti possono causare la diffusione di numerosi inquinanti, provenienti dall’esterno o dall’interno, derivanti da residui di materiali da costruzione, da resti di origine vegetale e animale (piccioni, topi, insetti) o da muffe e batteri che possono contaminare l’acqua e le superfici all’interno degli impianti aeraulici.

Pertanto i rischi per il benessere e la salute dei lavoratori, riconducibili alla presenza di inquinanti aerodiffusibili di varia natura (fisica, chimica e biologica), devono essere controllati attraverso la corretta utilizzazione e manutenzione degli impianti aeraulici per garantire una buona qualità dell’aria immessa e migliorare le condizioni igieniche dell’ambiente di lavoro.

L’articolo 64 del D.Lgs. 81/2008 obbliga il datore di lavoro a provvedere alla regolare manutenzione e pulitura degli impianti di areazione e, nello specifico, l’allegato IV: “Requisiti dei luoghi di lavoro” fornisce indicazioni in merito alla pulizia e alla manutenzione, evidenziando che:

“Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori. Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all'inquinamento dell'aria respirata deve essere eliminato rapidamente”.

In merito a queste tematiche, nell’ultimo decennio, in Italia sono state prodotte diverse norme tecniche, linee guida e leggi regionali (vedi elenco in Allegato 1). Nonostante la documentazione a disposizione, può risultare complicato orientarsi tra obblighi di legge e adempimenti di tipo volontario.

Questa procedura fornisce al Datore di Lavoro indicazioni pratiche per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria e per la pianificazione degli interventi di manutenzione, in considerazione di quanto riportato nelle Leggi regionali, Linee Guida nazionali e norme tecniche prodotte sull’argomento.

La procedura è riferita a tutti gli impianti di trattamento dell’aria, a servizio di ambienti di lavoro chiusi, destinati a garantire il benessere termo-igrometrico degli occupanti, la movimentazione e la qualità dell’aria. Gli impianti semplificati dal punto di vista strutturale e funzionale (ad esempio privi di umidificazione) sono interessati dalla procedura solo per le parti di pertinenza.

Sono esclusi gli impianti di regolazione della temperatura senza immissione forzata di aria esterna (ad esempio termoconvettori, condizionatori a parete, stufe) e gli impianti di processo per la realizzazione di particolari lavorazioni industriali.

Per la persistenza nel tempo della corretta funzionalità degli impianti e per il mantenimento dei requisiti igienici è necessario effettuare periodici interventi di pulizia e manutenzione che devono prevedere una ispezione visiva e se necessaria una tecnica. Le sezioni dedicate alle ispezioni e i relativi allegati contengono indicazioni tratte dalle Linee Guida dell’Accordo Stato Regioni 2006.

In particolare, il presente documento modifica le suddette linee guida per quanto concerne:

•  la possibilità di valutare lo stato di manutenzione e quello igienico dell’impianto mediante l’ispezione visiva che può essere svolta indipendentemente da quella tecnica.

•   la periodicità di esecuzione delle due tipologie di ispezioni (visiva e tecnica) non predeterminata, ma programmabile sulla base degli esiti di quelle precedenti.

Questo documento ribadisce la necessità dell’istituzione di un registro degli interventi effettuati sull’impianto (già previsto dalle Linee Guida dell’Accordo Stato Regioni 2006), fornendo anche una check list delle verifiche oggetto dell’ispezione visiva che unitamente ad un modello di rapporto dei risultati dell’ispezione tecnica dovranno essere allegati al suddetto registro.

L’ispezione visiva permette di accertare lo stato dei vari componenti dell’impianto nell’ambito di interventi manutentivi programmati. Tale esame consiste nel valutare lo stato igienico di alcuni punti critici dell’impianto e la loro funzionalità.

- Responsabile della pianificazione degli interventi di manutenzione: Datore di Lavoro o suo incaricato (RSPP, etc.)

- Esecutore: personale incaricato della manutenzione ordinaria dell’impianto. Riguardo gli eventuali obblighi formativi di tale personale il riferimento è dato dalle Leggi Regionali e dalle Linee Guida Accordo Stato Regioni 2006.

- Periodicità: Fatte salve le indicazioni del fabbricante presenti sul manuale di istruzione e d’uso o eventuali indicazioni di specifiche leggi, la frequenza delle ispezioni visive consigliata è annuale, o comunque stabilita in base ai risultati delle precedenti ispezioni e della valutazione dei rischi .

Principali componenti dell’impianto da ispezionare:

UNITA’ DI TRATTAMENTO DELL’ARIA (UTA)

o  Serrande di presa dell’aria esterna: valutare la presenza di sporcizia, detriti, resti di origine vegetale e animale.

o  Filtri: valutare lo stato di deterioramento, la quantità di polvere depositata, la sporcizia e l’eventuale presenza di muffe; è necessario tenere comunque conto delle informazioni fornite dal fabbricante circa la durata dei filtri.

o  Vasca di recupero dell’acqua di condensa: accertarsi che sia pulita, senza detriti, calcare, sedimenti o evidenti tracce di biofilm.

o   Sifone di drenaggio: valutare la presenza di incrostazioni, sporcizia o qualsiasi altra possibile causa di intasamento.

o   Pareti: valutare la presenza di sporcizia, ruggine o evidente proliferazione di muffe.

o Batterie di scambio termico: valutare lo stato di conservazione e la presenza di sporcizia, contaminazione  microbiologica, incrostazioni o rotture.

o   Umidificatori: valutare la presenza di eventuali depositi di calcare o di incrostazioni sulle parti a contatto con l’acqua e il deposito di acqua nella camera di umidificazione.

TERMINALI DI MANDATA DELL’ARIA

Valutare le condizioni igieniche, la presenza di sporcizia, di residui fibrosi, di accumuli di polvere, di tracce di sporco sulle pareti immediatamente circostanti.

CONDOTTE DELL’ARIA

Valutare la presenza o meno di polvere, detriti, incrostazioni e evidenti tracce di crescita microbica (muffe) in una parte rappresentativa dei componenti in mandata e in ripresa (condotte rigide, condotte flessibili, rivestimenti termoacustici, serrande ecc).

TORRI DI RAFFREDDAMENTO

Valutare la presenza o meno di incrostazioni, materiale sedimentato e biofilm microbico nel bacino della torre di raffreddamento.

Come previsto nelle Linee Guida dell’Accordo Stato Regioni 2006, per ciascun impianto deve essere predisposto e aggiornato un registro degli interventi di manutenzione ordinari e straordinari, di cui si propone un modello nell’Allegato 2.

Gli esiti delle verifiche effettuate durante l’ispezione visiva vengono raccolti nell’apposita check list (Allegato 3), la quale conservata insieme al registro degli interventi di manutenzione può costituire un utile strumento per la valutazione nel tempo dello stato igienico dell’impianto. Il tecnico incaricato della manutenzione, valutati i requisiti igienici dell’impianto, indica i necessari interventi manutentivi, di pulizia o sanificazione, o gli ulteriori controlli, verifiche e accertamenti da compiere nell’immediato o come prossimo intervento programmato.

L’ispezione tecnica prevede normalmente campionamenti e/o controlli tecnici sui componenti dell’impianto al fine di valutarne l’efficienza, lo stato di conservazione e le condizioni igieniche. Essa permette di diagnosticare le criticità manifestate dall’impianto, le misure da intraprendere e la tempistica con la quale intervenire.

-   Responsabile della pianificazione degli interventi di manutenzione: Datore di Lavoro o suo incaricato (RSPP, etc.)

-   Esecutore: servizio tecnico o personale specializzato incaricato della manutenzione

-  Periodicità: In considerazione della diversità delle tipologie d’impianto e della varietà delle condizioni ambientali e climatiche, non è possibile predeterminare in via generale la periodicità di esecuzione dell’ispezione. Questa dovrà essere determinata di caso in caso, sulla base della valutazione dei rischi specifici presenti. L’ispezione tecnica può essere programmata sulla base dell’esito dell’ispezione visiva e delle precedenti ispezioni tecniche. Tuttavia, nel caso dei controlli microbiologici (Allegato 4 a, b) su alcuni componenti dell’impianto può essere prevista o suggerita una periodicità (vedi di seguito).

Principali componenti dell’impianto da ispezionare e operazioni da effettuare:

UNITA’ DI TRATTAMENTO DELL’ARIA (UTA)

o  Misura della differenza di pressione dell’aria a monte e a valle dei corpi filtranti, al fine di escludere intasamenti dovuti all’accumulo di polvere.

o   Misura della differenza di portata a monte e a valle delle batterie di scambio termico, al fine di valutarne il corretto stato di manutenzione.

o  Monitoraggio microbiologico dell’acqua circolante nella sezione di umidificazione adiabatica (Allegato 4a), al fine di valutare l’entità della contaminazione microbica.

NOTA: Gli impianti con sezioni di umidificazione di tipo adiabatico con ricircolo dell’acqua (in parte sostituita e in parte riciclata) potrebbero necessitare di controlli più frequenti perché potenzialmente soggetti a fenomeni di proliferazione batterica. Per le sezioni di umidificazione adiabatiche con ricircolo potrebbe essere necessaria una frequenza almeno semestrale, per quelle senza ricircolo almeno annuale. I controlli sull’acqua delle sezioni di umidificazione a vapore possono invece essere non necessari poiché la temperatura del vapore, utilizzato nel processo di umidificazione, garantisce l’eliminazione dei microrganismi potenzialmente presenti.

CONDOTTE

o   Misura della quantità di polvere sedimentata, al fine di valutare che le condizioni igieniche rientrino nei limiti di accettabilità.

o   Valutazione dello stato di conservazione di eventuali rivestimenti termoacustici e delle serrande, al fine di valutare l’eventuale polverizzazione e contaminazione della coibentazione e il corretto funzionamento delle serrande.

TERMINALI DI MANDATA

o   Misurazioni, a campione, della portata dell’aria in corrispondenza dei terminali di mandata negli ambienti trattati e confronto con quella riportata da progetto, al fine di valutare l’eventuale presenza di intasamenti (causa di riduzione del flusso), o il malfunzionamento delle serrande.

o  Controllo dei parametri microclimatici (Temperatura – Umidità Relativa – Velocità dell’Aria) specialmente in caso di monitoraggio ambientale finalizzato alla valutazione della contaminazione microbiologica dell’aria.

TORRI

o  Monitoraggio microbiologico dell’acqua del bacino della torre di raffreddamento al fine di valutare l’entità della contaminazione microbica (Allegato 4b).

o   Le operazioni di drenaggio e di pulizia andrebbero svolte almeno due volte l’anno, e comunque sempre dopo un periodo di non utilizzo. In occasione di tali operazioni non è normalmente necessario effettuare i controlli microbiologici.

MONITORAGGIO MICROBIOLOGICO DELL’IMPIANTO

Alcune leggi regionali prescrivono di valutare lo stato igienico dei componenti dell’impianto attraverso il monitoraggio microbiologico delle superfici a contatto con il flusso d’aria. In tal caso è raccomandabile valutare le cariche totali batteriche e micetiche (come riportato in Allegato 5). Nel caso in cui gli occupanti di ambienti lavorativi chiusi lamentino sintomatologie potenzialmente correlabili con l’esposizione ad allergeni di origine biologica (riniti, dermatiti, asma, etc) occorre escludere tale rischio attraverso la ricerca di contaminanti di origine microbica, animale o vegetale.

Come previsto dalle Linee Guida dell’Accordo Stato Regioni 2006, al termine dell’ispezione i risultati devono essere riportati in un rapporto scritto, per il quale può essere utilizzato il formato proposto nell’allegato 6 che fornisce anche indicazioni per l’interpretazione dei rilievi effettuati.

Le analisi relative ad alcuni parametri sopra elencati (ad esempio particolato depositato nelle condotte, caduta di portata dell’aria nelle batterie di scambio termico, cariche microbiche) possono essere utilizzate come valutazione dell’efficacia degli interventi di pulizia o sanificazione attuati.

 


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