Suggerimenti dalla rete? vade retro a quelli del motore di ricerca
La pronuncia del Tribunale di Milano, che ha ordinato a Google di rimuovere dal proprio software Suggest l'associazione tra il nome del ricorrente e alcune parole a contenuto diffamatorio, peraltro accordando anche il risarcimento del danno al ricorrente diffamato.
Introduzione
Google Suggest è un servizio offerto dalla nota società americana Google, il quale consente agli utenti di visualizzare dei suggerimenti sulle possibili keyword introdotte, ossia integrare automaticamente le interrogazioni degli utenti mentre vengono digitati dei caratteri nella stringa di ricerca del motore di Google. così arricchendo molto le potenzialità del motore di ricerca in questione.
Il recente precedente
L’8 settembre 2010 il Tribunale di Parigi ha condannato Google per diffamazione , sulla base del sostanziale presupposto che l'azienda statunitense è responsabile del danno all’immagine e alla reputazione termini suggeriti agli utenti nel momento della digitazione di una query (in questo caso il nome del querelante) tramite Google Suggest, se tale associazione di idee proposte è offensiva o diffamante nei confronti delle persone coinvolte nella ricerca tramite il motore.
Anche ad attestare il carattere sempre più rilevante della materia, si osserva che, sempre assai recentemente, con ordinanza del 21/25 gennaio 2011, il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso cautelare,promosso da un utente del web, un imprenditore finanziario, ordinando a Google di rimuovere dal proprio software Suggest l'associazione tra il nome del ricorrente e le parole "truffa" e "truffatore", peraltro fissando una somma a titolo risarcitorio per ogni giorno di ritardo nell'esecuzione di quanto imposto.
Riguardo al fumus boni iuris, secondo il giudice milanese, al pari di quello francese, dunque la mera associazione, consentita dal software che gestisce il servizio Google Suggest, tra il nome del ricorrente e le parole "truffa" e "truffatore" si caratterizza di per sé per un profilo diffamatorio, in quanto lesiva dell'onore e della reputazione del ricorrente il cui nome è sottoposto alla detta associazione; ingenerando nell'utente, che utilizzi il motore di ricerca Google, il sospetto della commissione di attività illecite da parte del nominativo cercato sul web. Ciò senza che rilevi che, dopo l’accettazione del suggerimento da parte dell’internauta, non siano rinvenibili documenti dal contenuto diffamatorio per il detto ricorrente.
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( tratto da ipsoa)