Rifiuti non tracciati, scattano le multe
Libero consorzio: Dai controlli manca all’appello il “Mud”, elevate numerose sanzioni.
Se ne sente parlare spesso: sorpresa questa o quella ditta a scaricare i propri rifiuti per strada. Un fenomeno odioso, perché inquina l’ambiente e rappresenta un costo per la collettività, che deve farsi carico delle spese di bonifica. Eppure esisterebbe uno strumento (aggirabile, per carità, come tutto al mondo) che monitora a monte le attività di ogni impresa che produce rifiuti non domestici come grosse quantità di umido, prodotti chimici, scarti di demolizione eccetera e che non sembra essere così utilizzato ad Agrigento.
Si tratta del cosiddetto “Mud”, il modello unico di dichiarazione ambientale, un insieme di documenti che provano come i rifiuti prodotti da un’impresa vengano concretamente smaltiti, indicando qualità, tipologia, soggetti che li hanno presi in carico ecc. Documenti che sono obbligatori per tutte le aziende che producono “rifiuti speciali non pericolosi” ma che hanno almeno 10 dipendenti.
Un atto, dicevamo, che ad Agrigento non appare così diffuso e usuale. Anzi. Delle carenze degli imprenditori agrigentini si è accorta, ad esempio, la Provincia regionale di Agrigento, che in questi giorni ha emesso decine di provvedimenti sanzionatori nei confronti di imprese che non avrebbero adempiuto ai propri obblighi in tal senso.
La campagna di controllo risale al 2014, quando la Polizia provinciale effettuò una serie di verifiche verso marmisti, parrucchieri, aziende edili ecc., riscontrando per le stesse la mancata presentazione del “Mud” per l’anno 2013 dalla Camera di Commercio (ente che li deve raccogliere per legge). La sanzione comminata, anni dopo, è davvero minimale: parliamo di una cinquantina di euro a testa.
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(Autore: Gioacchino Schicchi tratto da “La Sicilia” di Agrigento del 20.02.2019)