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    La G.E.N.I. S.r.l. è una società con sede a Palermo formata da professionisti, qualificati dal CEPAS, FITA CONFINDUSTRIA, ANGQ, BSI, EARA, RiNA Industry, AICQ.
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Un post su Facebook non è mai per i soli "amici"

Un post su Facebook non è mai veramente riservato ai soli "amici", anche se è pubblicato in un profilo "chiuso". Se poi si "postano" informazioni su minori l'attenzione deve essere massima. Il principio è stato affermato dal Garante privacy in un provvedimento [doc. web n. 6163649] con il quale ha ordinato a una donna la rimozione dalla propria pagina Facebook di due sentenze, sulla cessazione degli effetti civili del matrimonio, in cui erano riportati delicati aspetti di vita familiare che riguardavano anche la figlia minorenne.

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Intelligenza artificiale e privacy, le risposte ai nuovi dilemmi

Cosa accadrà (accade) quando le decisioni relative ad un trattamento saranno (sono) governate autonomamente da una intelligenza artificiale? Cosa accadrà (accade) quando il rapporto titolare-interessato non sarà (è) più tra due persone “naturali”? Alcune delle domande a cui bisogna affrettarsi a rispondere. Il nuovo regolamento UE può già dare qualche risposta.

Il trend tecnologico degli ultimi anni ha visto l’avanzare dell’intelligenza artificiale come uno dei maggiori protagonisti sul campo. In questo ambito rientrano i Big Data, il riconoscimento delle immagini (tra cui, ad esempio, il riconoscimento facciale), l’elaborazione del linguaggio naturale, le automobili dotate di sistemi di auto-guida, i sistemi aerei semi-autonomi, le macchine autonome, gli smart contracts, la domotica e l’loT. E la lista potrebbe continuare, questi sono solo alcuni dei principali ambiti di ricerca di un settore in rapidissima ascesa.

Al di là degli indubbi benefici economico-sociali, evidente è l’impatto che tutto ciò ha nel campo della protezione dei dati personali, specialmente per quanto concerne l’ambito della liceità, correttezza e trasparenza del trattamento.

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Fonte: Agendadigitale.eu

Internet delle cose, tutto cambia con il Regolamento Europeo

Il GDPR impatta sul tema IoT perlomeno sotto due profili: l’analisi dei rischi e la valutazione di impatto. L’IoT risentirà moltissimo delle novità normative in quanto oggi non è più possibile parlare di IoT ma solo IoT sicuro, non è possibile parlare di cloud, ma solo di cloud sicuro e non è possibile parlare di mobile ma solo di mobile sicuro

L’internet of things è una realtà inarrestabile e milioni sono ormai gli oggetti interconnessi. Ognuno di noi quotidianamente, consapevolmente o meno, utilizza apparecchiature collegate alla rete.

Se da un lato l’IoT rappresenta una occasione imperdibile di avanzamento tecnologico e della qualità della vita delle persone dall’altro il tema della sicurezza degli oggetti in sé e dei dati personali che tramite le apparecchiature possono essere raccolti e/o trattati rappresentano argomento di grandissima attualità anche alla luce delle nuove previsioni di legge che diventeranno applicabili il 25 maggio 2018 sulla base del Regolamento Europeo n° 679/2016 (GDPR).

Il GDPR, infatti, contiene una serie di prescrizioni che chi affronta il tema dell’IoT non può non considerare in quanto viene previsto che il trattamento dei dati personali venga posto in essere dalle pubbliche amministrazioni e dalle aziende sulla base di principi che non si risolvono in una mera check list di adempimenti quanto invece in un sistema di gestione dei dati personali che inizia ben prima della loro raccolta ed in particolare quando l’oggetto o il servizio che permette il trattamento dei dati viene progettato.

Il GDPR prevede che, tenuto conto della tecnologia disponibile e dei costi di attuazione, nonché della natura, dell'oggetto, del contesto e delle finalità del trattamento, come anche della probabilità e della gravità del rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche costituite dal trattamento, il titolare del trattamento mette in atto misure tecniche e organizzative adeguate all'attività di trattamento in corso e ai suoi obiettivi, quali la minimizzazione e la pseudonimizzazione dei dati.

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Fonte: Agendadigitale.eu

Soro: "Big Data, ecco i rischi della mancanza di trasparenza"

I Big data sono un fattore strategico nella produzione, nella competizione dei mercati, nelle innovazioni di importanti settori pubblici e nella nostra vita quotidiana. Tutto ciò comporta il dover affrontare sfide molto complesse che solo in parte sarà possibile risolvere attraverso una maggiore regolamentazione.

La nuova economia, fatta di tecnologia sempre più interconnessa, favorita dall’espansione dell’Internet in mobilità, alimentata dalla presenza capillare di sensori intelligenti, si caratterizza  per i grandi volumi di dati,  l’infinita eterogeneità delle fonti da cui provengono e la velocità dei sistemi che li analizzano.

Ma, come sottolineato in occasione del Convegno “Big Data e Privacy. La nuova geografia dei poteri”, organizzato in occasione della Giornata Europea della protezione dei dati personali, governare questi processi non è certamente un compito semplice.

La capacità di estrarre dai dati informazioni che abbiano un significato e siano funzionali, richiede infatti lo sviluppo di sofisticate tecnologie  e di competenze interdisciplinari che operino a stretto contatto.

In questo quadro i progressi nella potenza di calcolo svolgono un ruolo centrale per l’analisi dei Big Data e per l’acquisizione  della conoscenza.

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Fonte: Agendadigitale.eu

Bollette dell'acqua: online i dati dei clienti, stop del Garante

Stop del Garante privacy alla diffusione illecita dei dati personali relativi ai pagamenti delle bollette sul proprio sito web da parte di una società erogatrice di servizi idrici [doc. web n. 6026547].

A seguito di una segnalazione, l'Autorità ha accertato che, accedendo all'area del sito riservata ai clienti, risultavano liberamente consultabili una serie di link a file e cartelle contenenti dati personali, del segnalante e di altri soggetti, concernenti operazioni di pagamento effettuate online.

Risultavano facilmente reperibili nominativi, indirizzi e persino numeri di carte di credito anche se parzialmente oscurati e data di scadenza delle stesse.

L'Autorità ha ritenuto indebita tale pubblicazione di dati che, per tipologia e numerosità, esponeva gli interessati al rischio di pregiudizi rilevanti, tra cui quello di furto d'identità. Di conseguenza ha disposto il blocco della diffusione dei dati. Come ordinato dal Garante, la società ha comunicato di aver dato riscontro quanto richiesto e di aver intrapreso le iniziative per conformarsi alle disposizioni del Codice privacy.

 NEWSLETTER N. 425 del 28 febbraio 2017


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