La G.E.N.I. S.r.l. è una società con sede a Palermo formata da professionisti, qualificati dal CEPAS, FITA CONFINDUSTRIA, ANGQ, BSI, EARA, RiNA Industry, AICQ.
I nostri clienti
I nostri clienti si collocano nel settore del commercio, della produzione e dei servizi, oltre che tra gli Enti della Pubblica Amministrazione
Risorse Aziendali
Con la G.E.N.I. Srl collaborano Ingegneri Gestionali, Ingegnere Ambientale, Ingegnere Meccanico, Ingegnere Elettronico, Ragioniere Commercialista, Revisore Contabile, Agente e Rappresentante di Commercio, Tecnico competente in Rilevazioni Ambientali.
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Violenza di genere: anonimato garantito in data base prestazioni d’urgenza
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Via libera del Garante Privacy allo schema di decreto del Ministro della salute che integra il Sistema informativo per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell’ambito dell’assistenza sanitaria in emergenza-urgenza (EMUR) con un set di informazioni relative agli accessi in pronto soccorso delle vittime della violenza di genere.
Lo schema di decreto tiene conto delle osservazioni formulate dall’Autorità nel corso delle interlocuzioni con il Ministero, che hanno riguardato in particolare l’anonimato delle donne vittima di violenza e di quelle che chiedono di partorire in anonimato nonché l’aggiornamento di tutto il flusso di dati alla luce dei nuovi principi in materia di protezione dei dati personali dettati dal GDPR. Il Sistema infatti era stato istituito nel 2008, ben 10 anni prima della piena applicazione del GDPR. In particolare, il Garante Privacy ha chiesto l’aggiornamento del sistema di codifica e di aggregazione dei dati, l’individuazione del tempo di conservazione delle informazioni e dei ruoli privacy dei diversi soggetti che intervengono nelle operazioni di trattamento.
(info: Newsletter n. 522 del 3 maggio 2024 Garante Privacy)
Lavoro: Garante Privacy, il dipendente ha il diritto di accedere ai propri dati
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Sanzione di 20mila euro ad una banca
Il lavoratore ha diritto di accedere ai propri dati conservati dal datore di lavoro, a prescindere dal motivo della richiesta.
È quanto ha ribadito il Garante privacy accogliendo il reclamo presentato da una donna che aveva chiesto, alla banca di cui era stata dipendente, di accedere al suo fascicolo personale per conoscere quali informazioni potevano aver dato origine ad una sanzione disciplinare nei suoi confronti.
La banca non aveva dato un adeguato riscontro alla richiesta e aveva fornito solo un elenco incompleto della documentazione raccolta, omettendo alcune informazioni in base alle quali era stata irrogata la sanzione disciplinare.
Solo a seguito dell’avvio dell’istruttoria da parte dell’Autorità, l’istituto di credito aveva consegnato all’ex dipendente l’ulteriore documentazione contenuta nel fascicolo.
Si trattava, in particolare, della corrispondenza intrattenuta dalla banca con una terza persona, che lamentava l’illecita comunicazione di informazioni riservate del marito correntista alla reclamante, che le aveva utilizzate nell’ambito di un procedimento giudiziario.
Tlc: il Garante sanziona un dealer per attivazione illecita di sim e abbonamenti
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150mila euro di multa per aver utilizzato i dati personali di centinaia di utenti a loro insaputa
Una società che gestisce due negozi di telefonia dovrà pagare una multa di 150mila euro per aver attivato illecitamente Sim, abbonamenti e addebiti per l’acquisto di cellulari e localizzatori GPS utilizzando i dati personali di centinaia di utenti a loro insaputa.
Lo ha stabilito il Garante Privacy definendo il procedimento avviato su segnalazione della Guardia di Finanza che aveva ricevuto la denuncia di una utente per addebiti sulla propria carta di credito relativi all’attivazione di un nuovo contratto a nome del marito deceduto.
Numerose e gravi le violazioni riscontrate nel corso dell’istruttoria svolta dall’Autorità.
Il Garante ha accertato, in particolare, che la società aveva attivato1300 schede telefoniche utilizzando i dati e i documenti di identità estrapolati dai sistemi del gestore telefonico di cui vendeva i prodotti o indebitamente conservati dai negozi.
Non solo: la società aveva attivato servizi non richiesti inducendo i clienti ad apporre firme, tramite un tablet, senza chiarire le conseguenze di tali consensi. Tra gli illeciti, anche la vendita di cellulari che non erano stati richiesti dai clienti né consegnati ai medesimi, che venivano a sapere dell’acquisto trovando gli addebiti rateali in fattura.
Intercettazioni della Procura Ue: ok del Garante Privacy al database nazionale
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Via libera del Garante privacy al decreto che istituisce l’archivio nazionale dei verbali e delle registrazioni delle intercettazioni disposte dalla Procura europea (EPPO. European Public Prosecutor’s Office) mediante postazioni individuate in alcune Procure nazionali. L’Autorità ha però chiesto che vengano adottate ulteriori misure tecnologiche a protezione dei dati.
L’EPPO è un'istituzione indipendente dell'Unione europea,operativa dal 1° giugno 2021, con sede in Lussemburgo competente ad indagare e perseguire reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE.
Lo schema di decreto del Ministro della giustizia, esaminato dal Garante, disciplina le modalità di conservazione e di consultazione dei dati contenuti nell’archivio e i soggetti legittimati all’accesso mediante le postazioni istituite presso le sedi di servizio dei Procuratori europei delegati. Potranno dunque accedere all’archivio nazionale il giudice che procede e i suoi ausiliari; il pubblico ministero e i suoi ausiliari, ivi compresi gli ufficiali di polizia giudiziaria delegati all'ascolto; i difensori delle parti assistiti, se necessario, da un interprete. L’archivio nazionale, tenuto sotto la direzione e la sorveglianza esclusive del Procuratore europeo o, nei casi previsti, del Procuratore europeo delegato, conserverà la versione integrale di tutti i verbali e di tutte le registrazioni delle intercettazioni eseguite nei procedimenti in cui la Procura europea ha esercitato la sua competenza, nonché ogni altro atto ad esse relativo.
Pa: trasparenza siti, il Garante Privacy chiede più tutele per i dati personali
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Parere favorevole del Garante Privacy ad Anac su 14 quattordici schemi standard di pubblicazione che dettano le regole che le Pa devono seguire per rispettare gli obblighi di trasparenza online.
Gli schemi, previsti dal decreto trasparenza (d. lgs. n. 33/2013) tengono conto delle diverse osservazioni formulate dall’Ufficio.
Per garantire la riservatezza degli interessati ed evitare il rischio di eventuali sanzioni per violazione della normativa privacy, le Pa dovranno limitarsi, fra l’altro, a pubblicare nella sezione“amministrazione trasparente” dei rispettivi siti web solo dati necessari, come ad es., il numero di telefono, l’indirizzo email e pec dell’ufficio - e non i dati del dipendente - cui il cittadino può rivolgersi per richieste all’amministrazione. E negli esiti dei concorsi pubblici dovranno pubblicare il nome, il cognome, (la data di nascita, in caso di omonimia) e la posizione in graduatoria dei vincitori e degli idonei dichiarati vincitori a seguito dello scorrimento della graduatoria. Inoltre, nella pubblicazione dei dati riguardanti i pagamenti, le Pa dovranno oscurare i dati identificativi dei destinatari di benefici economici inferiori a mille euro nell’anno solare e in ogni caso se dalla pubblicazione è possibile ricavare informazioni relative allo stato di salute o alla situazione di disagio economico-sociale.
La G.E.N.I. S.r.l. è una società con sede a Palermo formata da professionisti qualificati
La società esercita da diversi anni ed ha eseguito consulenze e progetti relative all'implementazione dei Sistemi Qualità, Ambiente, Sicurezza, progettazione Impianti Elettrici, Certificazione di Prodotti e Perizie Tecniche secondo le varie normative e leggi vigenti ( ISO 9000, ISO 14001, D.Lgs 81/08, legge 37/08 etc..)