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    La G.E.N.I. S.r.l. è una società con sede a Palermo formata da professionisti, qualificati dal CEPAS, FITA CONFINDUSTRIA, ANGQ, BSI, EARA, RiNA Industry, AICQ.
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    I nostri clienti

    I nostri clienti si collocano nel settore del commercio, della produzione e dei servizi, oltre che tra gli Enti della Pubblica Amministrazione
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    Risorse Aziendali

    Con la G.E.N.I. Srl collaborano Ingegneri Gestionali, Ingegnere Ambientale, Ingegnere Meccanico, Ingegnere Elettronico, Ragioniere Commercialista, Revisore Contabile, Agente e Rappresentante di Commercio, Tecnico competente in Rilevazioni Ambientali.
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Sanità, pagamento del ticket alle Poste: servono tutele per gli assistiti

Un'azienda sanitaria dovrà innalzare i livelli di sicurezza a tutela dei cittadini che usano il suo sito Internet o la rete "Sportello amico" di Poste italiane per il pagamento del ticket sulle prestazioni sanitarie, introducendo modalità che identifichino con certezza gli utenti.

Dagli accertamenti svolti dall'Autorità per la privacy, intervenuta su segnalazione di alcuni cittadini, sono emerse infatti serie criticità sulle procedure adottate.

Né il servizio di pagamento offerto dall'azienda attraverso il proprio sito, né quello erogato tramite lo sportello postale garantisce che informazioni sulla salute, contenute nelle fatture rilasciate all'atto del pagamento, siano fornite esclusivamente al diretto interessato o una persona da lui delegata.

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Inps: sì alla convenzione per l'accesso alla banca dati

Pa e gestori di pubblici servizi dovranno rispettare rigorose misure a tutela della privacy

Le pubbliche amministrazioni e i gestori di pubblico servizio potranno accedere direttamente alle banche dati dell'Inps, ma dovranno rispettare precise regole per impedire eventuali abusi o trattamenti illeciti dei dati.

Il Garante della Privacy ha espresso parere favorevole [doc. web n. 3033479] sullo schema di convenzione tipo che regolerà i rapporti tra l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e gli enti che hanno diritto di consultare le sue banche dati per finalità istituzionali (ad esempio, per il controllo della veridicità delle autocertificazioni sugli aspetti pensionistici o sulla situazione reddituale per la concessione di agevolazioni e benefici).

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Utenti al riparo dalle telefonate "mute"

Varate le regole contro il telemarketing più invasivo

Utenti telefonici più tutelati contro le "telefonate mute", un fenomeno particolarmente fastidioso causato da un'attività di promozione telefonica poco rispettosa della tranquillità degli utenti.

A conclusione della consultazione pubblica [doc. web n. 2740497] avviata lo scorso anno sulle misure da adottare per ridurre drasticamente questo fenomeno, il Garante privacy ha varato in via definitiva il provvedimento generale [doc. web n. 3017499] che impone agli operatori di telemarketing di adottare specifiche misure per ridurre drasticamente questo tipo di disturbo.

Sono stati numerosi gli abbonati che hanno segnalato al Garante la ricezione di telefonate nelle quali, una volta risposto, non si viene messi in contatto con alcun interlocutore. Una pratica che, in alcuni casi, ha comportato il disturbo degli utenti anche per 10-15 volte di seguito e che viene spesso vissuta dagli utenti addirittura come una forma di stalking, fino a configurarsi come un vero e proprio allarme sociale.

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La violazione della privacy integra gli estremi della giusta causa di licenziamento

Con sentenza 21 novembre 2013, n. 26143 la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un medico contro la sentenza della Corte d’appello di Torino che aveva confermato il licenziamento, intimatogli dall’Azienda ospedaliera per la grave situazione di sfiducia, sospetto e mancanza di collaborazione venutasi a creare all’interno della “equipe” medica di chirurgia plastica, dovuta al fatto che il medesimo aveva registrato brani di conversazione di numerosi suoi colleghi a loro insaputa, in violazione del loro diritto di riservatezza, per poi utilizzarli in sede giudiziaria.

La Corte, aveva affermato che la condotta integrava gli estremi della giusta causa di recesso in conseguenza della irrimediabile lesione del vincolo fiduciario con la parte datoriale, avendo effettuato delle registrazioni delle conversazioni tra i colleghi al fine di supportare la denuncia di mobbing nei confronti del primario.

(...)

(Tratto dal portale Federprivacy)

 

Garante Privacy: il decalogo per navigare sicuri

Il Garante per la protezione dei dati personali, ha elaborato un vademecum sintetico a beneficio degli utenti, che in occasione dei giorni di festività natalizie come in ogni altro periodo dell'anno, rappresentatno le best practices opportune per evitare di ricevere brutte sorprese quando si è online. Ecco i dicei consigli dell'Authority:

1. Uso intelligente dei social network. Se durante le feste di Natale si parte per le vacanze, bisogna fare attenzione a non comunicare sul web per quanto tempo non si sarà in casa e in quali giorni. In ogni caso, è sempre bene evitare di postare informazioni riguardanti l'indirizzo di casa, il posto dove si parcheggia di solito o la targa dell'auto. I malintenzionati sono sempre in agguato…

2. Occhio agli Sms con auguri e offerte di Natale. Nell'epoca degli smartphone, i messaggi Sms possono contenere anche virus, link a servizi indesiderati a pagamento e programmi potenzialmente dannosi per la privacy. E' buona regola limitare la diffusione del proprio numero telefonico e non rispondere a messaggi provenenti da numeri  sconosciuti.

3. Cartoline di auguri elettroniche. Fa piacere riceverle e spedirle via e-mail, Sms, Mms e social network. Ma possono contenere virus, malware (cioè programmi dannosi) o esporre al rischio di spam. E' sempre bene fare molta attenzione prima di scaricare programmi, aprire eventuali allegati o cliccare link contenuti nel testo o nelle immagini. Si possono poi adottare semplici precauzioni: ad esempio, non rispondere alle e-mail provenienti da sconosciuti, oppure passare il mouse su un link senza cliccarlo e verificare - in basso a sinistra nel browser - la Url (cioè, l'indirizzo web) reale al quale si potrebbe essere indirizzati.

(...)

(Tratto dal portale Federprivacy)

 


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